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Nel mondo della sicurezza informatica, il ransomware è ormai una delle minacce più temute, capace di paralizzare intere aziende, ospedali e infrastrutture critiche. Tuttavia, pochi sanno che questa tipologia di attacco ha origini molto più antiche di quanto si possa immaginare. Per scoprire le radici del ransomware dobbiamo tornare indietro nel tempo, fino al 1989, quando un floppy disk segnò la nascita di questa minaccia digitale.
PC Cyborg: il primo ransomware
Il primo ransomware documentato della storia si chiamava PC Cyborg ed è stato ideato da Joseph Popp, un biologo americano. A differenza degli attacchi sofisticati e globali che vediamo oggi, PC Cyborg era rudimentale, ma innovativo per l'epoca. Il ransomware veniva distribuito attraverso un floppy disk, un supporto allora diffusissimo, inviato per posta a oltre 20.000 destinatari, principalmente ricercatori e medici che partecipavano alla Conferenza Internazionale sull’AIDS.
Il disco, apparentemente innocuo, conteneva un software per analizzare i fattori di rischio dell'AIDS. Tuttavia, una volta avviato, il programma nascondeva una trappola. Dopo 90 avvii del sistema operativo, PC Cyborg criptava i file del disco rigido e mostrava un messaggio in cui chiedeva il pagamento di un riscatto per "riottenere" l'accesso ai propri dati. Il riscatto, pari a 189 dollari, doveva essere inviato a un conto bancario a Panama.
Il meccanismo dietro l'attacco
PC Cyborg utilizzava una tecnica rudimentale di crittografia. Non bloccava completamente i dati, ma modificava i nomi dei file in modo che risultassero inutilizzabili. Sebbene la crittografia fosse semplice, la natura dell'attacco era sorprendentemente avanti per i tempi, anticipando i metodi che sarebbero diventati comuni decenni dopo.
Il messaggio di riscatto era accompagnato da istruzioni su come inviare il pagamento, una caratteristica che si ritrova in quasi tutti i ransomware moderni. Questo attacco rudimentale dimostrò per la prima volta che i dati potevano essere utilizzati come ostaggi per estorcere denaro.
Le conseguenze legali e la cattura di Joseph Popp
Joseph Popp fu rapidamente identificato come l'autore dell'attacco. Tuttavia, il suo comportamento dopo l'incidente sollevò dubbi sulla sua stabilità mentale. Popp dichiarò di aver agito per motivi altruistici: voleva raccogliere fondi per la ricerca sull'AIDS. Nonostante ciò, le sue azioni furono considerate criminali, e venne arrestato. Tuttavia, a causa di dubbi sulla sua sanità mentale, non fu mai processato formalmente.
Popp lasciò un’eredità controversa nella storia della sicurezza informatica. Dopo il caso PC Cyborg, i ricercatori iniziarono a prestare maggiore attenzione alla crittografia e alla protezione dei dati, ponendo le basi per la nascita della moderna cyber-sicurezza.
L'evoluzione del ransomware
Anche se PC Cyborg rappresentò un caso isolato, gettò le basi per una nuova era di attacchi informatici. Per molti anni il ransomware rimase dormiente, ma con la diffusione di Internet negli anni 2000, le tecniche si evolsero. Gli hacker iniziarono a utilizzare metodi di crittografia avanzati e a sfruttare le criptovalute per rendere più difficili le indagini e i pagamenti dei riscatti.
Oggi il ransomware è uno degli strumenti più potenti a disposizione dei criminali informatici, capace di paralizzare non solo singoli computer, ma intere infrastrutture. Gli attacchi moderni, come WannaCry e REvil, sono versioni evolute di quell'idea originaria introdotta da Joseph Popp, dimostrando quanto il primo ransomware abbia segnato una svolta nella storia dell’informatica.
Il caso PC Cyborg del 1989 rappresenta una pietra miliare nella storia della criminalità informatica. Sebbene primitivo, fu il primo esempio di ransomware, un concetto che avrebbe guadagnato sempre più rilevanza nel corso dei decenni successivi. Questa storia ci ricorda quanto sia importante investire in sicurezza informatica e quanto sia fondamentale educare gli utenti a riconoscere e prevenire minacce di questo tipo.
Oggi, come allora, la lezione rimane la stessa: la conoscenza è la prima linea di difesa contro gli attacchi informatici.
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