La leggenda di Polybius: il misterioso videogame della CIA per il controllo mentale

Tra le tante storie che circolano nel mondo dei videogiochi, poche hanno raggiunto lo status di mito come quella di Polybius. Secondo la leggenda urbana, nei primi anni ’80, in alcune sale giochi di Portland, Oregon, comparve un cabinato arcade mai visto prima. Il gioco, dal titolo enigmatico Polybius, avrebbe provocato effetti collaterali inquietanti sui giocatori: perdita di memoria, incubi ricorrenti, nausea, e persino comportamenti ossessivi.
Il racconto prosegue con dettagli da spy-story: uomini in giacca e cravatta – identificati come agenti governativi – avrebbero regolarmente prelevato i dati delle macchine, non per scopi commerciali, ma per esperimenti di controllo mentale. Per alcuni, dietro il progetto ci sarebbe stata la CIA; per altri, un’agenzia governativa segreta.
Tuttavia, a distanza di decenni, non è mai emersa alcuna prova concreta dell’esistenza di Polybius. Nessun cabinato originale è stato trovato, nessun documento ufficiale ne conferma lo sviluppo, e i presunti testimoni riportano versioni discordanti. Gli storici dei videogiochi ritengono che la storia sia nata dalla fusione di fatti reali – come test di prototipi nelle sale giochi e monitoraggi da parte delle autorità – con fantasie alimentate da internet e riviste specializzate.
Oggi Polybius vive soprattutto come fenomeno di cultura pop: è stato citato in serie TV, fumetti, documentari e persino riprodotto da appassionati come gioco “ispirato” alla leggenda. La sua forza sta proprio nell’essere un mistero irrisolto, a metà strada tra paranormale, tecnologia e paranoia da Guerra Fredda.
In definitiva, Polybius sembra più una storia nata per intrattenere e suggestionare che un vero esperimento di manipolazione mentale. Ma, come per tutte le leggende metropolitane, il dubbio resta… ed è forse questo il motivo per cui la sua fama continua a crescere.
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