Slopsquatting: le allucinazioni dell’AI diventano armi dei cybercriminali

Nel panorama in continua evoluzione della cybersecurity, una nuova e subdola minaccia si sta affacciando all’orizzonte: lo slopsquatting. Questo termine, ancora poco noto al grande pubblico, descrive una tecnica sempre più sfruttata dai cybercriminali per ingannare utenti e sistemi sfruttando un fenomeno molto specifico: le allucinazioni delle intelligenze artificiali.
Cos’è lo Slopsquatting?
Il termine “slopsquatting” nasce dalla fusione tra sloppy (trasandato, impreciso) e typosquatting (una tecnica nota per registrare domini simili a quelli legittimi ma con errori di battitura). Nel caso dello slopsquatting, però, il focus non è su errori degli utenti, ma su errori delle AI generative.
Molti modelli linguistici, chatbot e assistenti AI — anche i più avanzati — possono “allucinare”, ovvero generare dati inesatti o del tutto inventati. Quando, ad esempio, un utente chiede a un’AI il sito ufficiale di un'azienda minore o un tool poco noto, può capitare che l’AI risponda con un URL inesistente ma plausibile.
I cybercriminali hanno fiutato l’occasione: registrano preventivamente questi domini inventati, rendendoli operativi come trappole. Se l’utente clicca su uno di questi link sbagliati generati dall’AI, finisce su siti malevoli pronti a rubare dati, infettare con malware o mettere in atto truffe.
Come funziona nella pratica
- Allucinazione dell’AI: Un modello linguistico, rispondendo a una richiesta, genera un nome di dominio errato ma credibile.
- Registrazione del dominio: I criminali monitorano le allucinazioni più comuni o testano sistemi AI per stimolarle, e registrano in massa i domini che ne derivano.
- Distribuzione: Quando gli utenti si fidano del risultato dell’AI e cliccano sul link, vengono indirizzati verso un sito truffaldino.
Un esempio concreto potrebbe essere:
- L’utente chiede: “Qual è il sito ufficiale di SoftLight PDF Tools?” (un software poco noto).
- L’AI risponde con
www.softlightpdf.com
, ma il sito ufficiale in realtà è
www.softlight-tools.org
.
- Il primo dominio, inventato, è stato però registrato da un cybercriminale che lo usa per distribuire malware.
Perché è così insidioso?
Lo slopsquatting è particolarmente pericoloso perché:
- Sfrutta la fiducia nell’AI: Gli utenti tendono a fidarsi ciecamente delle risposte fornite dalle intelligenze artificiali.
- È difficile da individuare: Non è un errore umano, ma una falla nell’affidabilità della generazione testuale.
- Si adatta velocemente: I criminali possono testare le AI in modo massivo, generando centinaia di nuovi target ogni giorno.
Difendersi è possibile?
Sì, ma servono consapevolezza e strumenti adatti. Alcuni suggerimenti:
- Verificare sempre le fonti: Prima di cliccare su un link, controllare se il dominio è quello ufficiale. Usare motori di ricerca per confermare.
- Protezione DNS e filtraggio web: Le aziende possono implementare sistemi che bloccano domini sospetti o appena registrati.
- Responsabilità dei provider AI: Le aziende che sviluppano modelli linguistici dovrebbero inserire meccanismi per segnalare link generati e verificare se esistono o se sono stati recentemente registrati.
Lo slopsquatting rappresenta una nuova frontiera del cybercrime, dove la creatività dei criminali si fonde con le vulnerabilità emergenti delle tecnologie AI. È una minaccia insidiosa perché sfrutta non la debolezza dell’utente, ma quella dell’intelligenza artificiale stessa.
In un mondo sempre più guidato dall’AI, è fondamentale restare vigili, informati e pronti ad adattarsi — perché anche le macchine possono sbagliare, e i criminali sanno esattamente come approfittarsene.
© 𝗯𝘆 𝗔𝗻𝘁𝗼𝗻𝗲𝗹𝗹𝗼 𝗖𝗮𝗺𝗶𝗹𝗼𝘁𝘁𝗼
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