Autore: by Antonello Camilotto
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10 maggio 2025
Ogni istante può essere catturato, archiviato e condiviso con un semplice tocco, la memoria digitale sembra offrire una promessa di eternità. Ma quanto durano davvero i nostri ricordi digitali? Foto, video, messaggi e documenti conservati su dispositivi e piattaforme online sembrano immuni al tempo, ma la realtà è ben più fragile e complessa. Il mito della permanenza digitale L’idea che i ricordi digitali siano "per sempre" è un’illusione. Le tecnologie cambiano, i supporti si degradano, i formati diventano obsoleti. Chi oggi prova ad aprire un vecchio CD masterizzato nel 2005 o un file in un formato non più supportato sa quanto possa essere complicato accedere a dati che, teoricamente, erano stati “salvati”. Le memorie USB, gli hard disk, le schede SD e perfino i servizi cloud hanno una durata limitata. I dispositivi fisici possono guastarsi, mentre i servizi online sono soggetti a fallimenti aziendali, modifiche ai termini di servizio o semplicemente all’oblio: molti utenti scoprono tardi che un account inattivo può essere cancellato automaticamente dopo un certo periodo. Il paradosso dell’abbondanza Un altro fattore da considerare è la sovrabbondanza di dati. Ogni giorno produciamo una quantità enorme di contenuti: scatti ripetitivi, conversazioni brevi, appunti momentanei. In mezzo a questo caos, trovare e preservare ciò che davvero conta diventa difficile. I ricordi importanti rischiano di perdersi in un mare di file dimenticati. Spesso, poi, si affida la conservazione dei ricordi a piattaforme esterne: Facebook, Google Photos, iCloud. Ma la dipendenza da questi ecosistemi digitali ci espone a rischi di privacy, accessibilità e sostenibilità. Un cambio di password dimenticata, una violazione della sicurezza, o la dismissione di un servizio possono compromettere l’accesso a ricordi preziosi. Come proteggere i nostri ricordi digitali Per aumentare la durata dei ricordi digitali, è utile seguire alcune buone pratiche: Backup multipli: conservare copie dei dati importanti in più luoghi (cloud + supporti fisici). Formati aperti e standardizzati: prediligere formati ampiamente supportati (es. .jpg, .pdf, .mp4) per aumentare la compatibilità nel tempo. Aggiornamenti periodici: trasferire regolarmente i dati su nuovi supporti e controllarne l’integrità. Organizzazione consapevole: selezionare, etichettare e ordinare i contenuti per evitare la perdita nel caos informativo. Stampa selettiva: alcune foto o documenti particolarmente significativi meritano anche una copia fisica. Memoria umana e memoria digitale A differenza della memoria biologica, soggetta a dimenticanze e reinterpretazioni, la memoria digitale può essere (in teoria) perfettamente fedele. Ma proprio questa fissità può risultare ingannevole: la vera memoria è dinamica, selettiva, legata all’emozione e al contesto. I ricordi digitali, se non riletti, rivissuti e reinterpretati, restano solo dati. Conservare i ricordi digitali, quindi, non è solo un fatto tecnico. È anche un gesto culturale ed emotivo: scegliere cosa vale la pena ricordare e come farlo vivere nel tempo. La durata dei nostri ricordi digitali non è garantita dalla tecnologia, ma dalla cura che mettiamo nel preservarli. Non possiamo affidare alla sola memoria dei dispositivi il compito di ricordare per noi: è necessario un impegno attivo per dare forma, senso e continuità alle tracce della nostra esistenza digitale.